venerdì 2 aprile 2010

Assignment 4: Coltivare le connessioni.

Dopo questa lettura, che ho trovato molto gradevole, ho riflettuto molto su aspetti su i quali magari prima d'ora non mi ero mai soffermata troppo.
Vi sono alcune cose che mi hanno colpito in particolare. Una tra queste il riferimento alle "malformazioni di origine scolastica". Tutto è rigido, prestabilito. A scuola ti dicono di fare certe cose, e tu le fai e credi di stare "apprendendo". Ricevi informazioni predeterminate che magari non ricorderai già più dopo anni, se non mesi o anche settimane! L'attenzione che viene data al voto di certo non stimola gli studenti ad essere "curiosi", e ad avere "voglia" di apprendere. Ci sentiamo solo obbligati a fare determinate cose. Quanto sono d'accordo sul fatto che il vero maestro si interessa della "qualità" e non della "quantità". Sono pochi quei professori che ti fanno appassionare. Leggi il libro, gli appunti , impari e finisce lì. Gli studenti non sono abituati a riflettere in modo diverso sulle cose, ad avere una propria visione. Come si può pensare per esempio di insegnare la storia soltanto richiedendo di sapere qualche fatto e qualche data. La vita è storia. La vita delle persone che l'hanno fatta, i loro sforzi. Per non parlare del fatto che la storia più recente viene raramente menzionata. Come ho letto nei commenti relativi al testo, non sono la sola a pensarla così. Basta imparare quello che vogliono. E così, a quelli che hanno delle proprio idee, una propria visione, non viene dato modo di esprimerlo, mentre gli altri bè..semplicemente non sentono il bisogno di farlo non perchè stupidi o senza un proprio cervello ma proprio perchè non sono abituati a dar spago al proprio punto di vista.
Credo fortemente che la maggior parte delle cose interessanti che so e che si possono apprendere non possono venire dalla scuola, se è ovviamente in questo modo. Parlare e condividere informazioni con gli adulti, con gli anziani con i coetanei, e certo anche i professori. Spesso si ha paura di fare domande stupide e di lasciare spazio alla propria personalità.
C'è troppa freddezza, troppo distacco tutto va troppo di fretta e non ci soffermiamo più sulle cose semplici che ci circondano. Ma sopratutto non ci soffermiamo sulle persone. Quanta conoscenza può scaturire dal dialogo con gli altri!
E internet è una dimostrazione di ciò. In internet ogni singola risorsa che sfruttiamo, dai software, ai post nei blog che magari ci stimolano e ci aprono a cose nuove, ogni singolo elemento è frutto del lavoro, della creatività di qualcuno che ha voluto condividere con gli altri la propria esperienza.
Un pò come fosse un cervello globale. Un elemento preso da solo magari può sembrare stupido ma se lo si osserva nel complesso, ovvero se si considerano le miriadi di connessioni che si possono dipartire dal singolo elemento bè..ci offre una conoscenza enorme.
Con internet si può curiosare ovunque. Lo si può usare per un'infintà di scopi. Ogni volta che si giunge ad un "nodo della rete" da li parte sempre un filo che ci porta da un'altra parte. Ovunque, anche in capo al mondo.
Ma non sarebbe più utile se per esempio fosse asseganto a scuola il compito per esempio di "stringere contatti con un coetaneo Australiano" (tanto per dire). Immaginate quanta "vita", quanta diversità ci si presenterebbe davanti agli occhi.
Solo realizzando questo blog ho visto aprirsi davanti a me nuove risorse che mi sono state veramente utili e lo saranno per raggiungere piccoli e grandi obiettivi. Ognuno può usare la rete a modo suo. Connettendo tra loro le informazioni possiamo incrementare la nostra conoscenza in tutte le direzioni che vogliamo.

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